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STATUA DI CARIATIDE NEL DUOMO DI MILANO
09. October 2008 13:29
(last updated: 09. October 2008 13:30)
Pubblicato in ARTE, CURA E RESTAURO

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Con la delibera della Fabbrica del 21 giugno 1790 che rinnovava il desiderio di portare a termine il fronte secondo il progetto del Buzzi e i disegni di Felice Soave e l’ordinanza napoleonica del 1805 si ultimarono la serie scultorea di soggetto biblico e quaranta statue colossali, sotto la guida del protostatuario Grazioso Rusca coadiuvato da una serie di grandi maestri: da Pompeo Marchesi a Donato Carabelli a Giuseppe Buzzi e Camillo Pacetti. Tra queste è la Statua di “CARIATIDE” , originale di Anonimo del (1800), posta al primo ordine del pilone-contrafforte dell’angolo destro della facciata del Duomo di Milano, alta cm. 237, larga cm. 72, profonda cm. 74 del peso di kg. circa 18.000.

La copia ultimata sabato 4 ottobre 2008 ha richiesto 100 giorni lavorativi, ed è stata tratta da un originario ed eccezionale blocco di marmo di Candoglia del peso di circa Kg. 37.000. Nella replica, preceduta da un attento studio visivo e documentale sullo stile iconografico e le modalità scultoree applicate sulla statua originale scolpita nel 1800 e restaurata più volte fino all’ultimo intervento avvenuto nel precedente restauro dell’intera facciata del 1971-73, ho identificato tutti i volumi mancanti, che ho successivamente ricostruito, modellandoli con plastilina e gesso. Ricostruzione, questa, necessaria per riavere quella testualità plastica il più possibile simile alla originaria, necessaria ed utile fino alla fase conclusiva della riproduzione della copia. Per la riproduzione mi sono avvalso delle attuali tecniche della lavorazione del marmo oltre alle tradizionali metodologie, utilizzando dalla sgrossatura alla sbozzatura primaria fino ad una semirifinitura, dischi da taglio e frese diamantate supportate da getti di acqua . Dopo il riporto con la tecnica dell’appuntatura, la rifinitura è avvenuta raccordando i punti precedentemente rilevati; la modellazione finale è stata eseguita con martelli pneumatici e scalpelli di Widia di varia foggia e dimensione poiché lo spessore medio di restante marmo da togliere era di cm. 1,5 / 1,0 . Infine con apposite raspe di varie fogge e dimensioni utilizzando anche pietre abrasive è avvenuto il ritocco definitivo eseguito esclusivamente tutto a mano. Questo mio metodo di riproduzione scultorea si differenzia dal passato per la tecnica di sgrossatura , sbozzatura e semirifinitura che avviene utilizzando una macchina sagomatrice che toglie la determinata quantità di marmo tagliandolo e non traumatizzandolo come avverrebbe non adottando questa recente possibilità tecnologica: infatti, nell’asportazione del marmo con la punta ed il mazzuolo, le superfici e le masse del restante corpo della statua restano interessate da una infinità di microtraumi che col tempo manifestano tutta la propria inadeguatezza esponendo le superfici ed i volumi più aggettanti ad una deterioramento maggiore e precoce nel tempo.
Il maggiore vantaggio di questo metodo lo trarranno le oltre novanta statue che fino ad ora ho replicato per la Veneranda Fabbrica Del Duomo di Milano: “loro” sicuramente sanno che le infinite mazzolate per esistere non le hanno subìte da Gagliardi e chissà, forse saranno più grate a me ed al tempo a venire.
Nicola Gagliardi







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